... appunti di Paolo FORLATTI - Orologi segnatempo dal 1951 in Verona.



Da quando l'umanista fiorentino Giannozzo MANETTI, nelle seconda metà del XIV secolo, suggerì come misura d'attività l'ora intera presa da un perfetto indicatore tempo-orario, l'uomo usò come primo attrezzo l'orologio. Così facendo, il letterato fiorentino trasferì l'idea "tempo", precedentemente considerata esclusiva religiosa, a servizio e uso del mondo attivo. Nasce dunque un nuovo tempo umanistico, uscito da una ben definita misura e rilevata da un preciso strumento.
Fu questo il motivo per il quale sulle torri civiche dell'Europa lavorativa, si decise di far suonare manualmente dagli scabini o da libere autorità, la campana oraria "Werkcloken" d'inizio e fine attività, impostando moderne modalità di lavoro alla manovalanza.


Anche il nostro poeta Dante Alighieri, nel XV° canto del Purgatorio (97-98) riporta: …Fiorenza, dentro della cerchia ond'ella, toglie ancor terza e nona… evidenziando con le ore la giornata attiva. Di recente è stato scoperto un documento antico che testimonia l'uso nel lontano 1412, presso le cave di marmo in Candoglia (Como), di un "Ferreum Horologium" (pubblicazione di G. C. Del Vecchio), per misurare notte e giorno il lavoro degli operai per una giusta mercede.
Invece, un oggetto meno ingombrante, la clessidra, stabiliva come adesso tempi brevi e di associate lavorazioni, ma, essendo uno strumento a polvere, l'intera giornata lavorativa dipendeva dalla somma dei capovolgimenti.
In questo periodo, inoltre, ai botti sonori orari dei marchingegni esistenti sopra le torri o i campanili, si aggiungono i quadranti informatori astronomici, per vedere la posizione del Sole (sfera), per l'immediato programma di lavoro dei cittadini o villani, anche quando il tempo non era sereno.
L'orologio, in quei tempi, era perlopiù pensato come preciso simulatore cosmico e dunque inserito e pitturato a fianco dei grandi personaggi storici come simbolo di potere perfetto. Pertanto si aggiunga a questa immagine quella rappresentativa di misuratore temporale, di programmatore economico imprenditoriale, di strumento disciplinare per immaginare che …tutti i ranghi sociali, dai dignitari alla plebe, vengono coinvolti nel meccanismo del segnatempo. Ne risulta che la riforma calendariale, il pendolo di Galileo con Huygens, il cronometro di longitudine di Harrison, il telegrafo, la ferrovia, l'ora universale coi fusi orari, ecc., fanno tutti vertice direttamente o quasi alla cosiddetta rivoluzione industriale, la cui origine è legata al mondo operativo e da cui nasce l'esigenza di nuovi studi, analisi approfondite e moderni controlli orari.


Ecco che l'alba del XIX secolo (anno 1810), venne installato in una tessitura inglese (Park Green), uno speciale orologio per il controllo operativo, a due quadranti orari: il primo gestiva meccanicamente l'altro che era collegato alle turbine idrauliche della manifattura, affinchè lavoro, macchine e manodopera producessero a pari passo.
In America invece, viene progettato a metà '800 da W.L.Bundi, un orologio da parete a pendolo di precisione , per stampare su carta con chiave personalizzata (numerata), il momento d'inizio e quello del termine di un dato lavoro; contemporanenamente, in Inghilterra si sperimenta un altro tipo d'orologio, a tastatori visibili , che rilevava il passaggio delle guardie giurate e che per la sua non proprio simpatica funzione verrà soprannominato mouchard, ossia "spia".
Più tardi, un altro americano di New York, John Dey, perfezionerà un segnatempo dalla registrazione senza chiavi, la cui applicazione fu per l'uso contemporaneo di molti operai. Questo mastodontico e goffo macchianario stampatore d'orari giornalieri settimanali è un ingegnoso strumento dal quadrante analogico, incorniciato da una grande fascia circolare con 100 numeri radiali fissi. Una leva compasso imperniata al centro, orientata e appoggiata sulla matricola esterna del dipendente e tirata al centro verso l'operatore, documenterà il "momento" su rullo cartaceo, mentre una manetta laterale stabilirà il mattino o il pomeriggio. Nasce così il prototipo di marcatempo, orologio per il controllo presenze ad uso dipendenti d'officine, opifici, manifatture, stabilimenti, industrie e aziende varie, ecc. Arrivano dunque dagli U.S.A. i primi ingombranti e complessi strumenti timbrapresenze. In Europa, successivamente, si progettano e si perfezionano timbratori industriali robusti e adatti allo scopo.


Dall'inizio del XX secolo, anche in Italia si fanno orologi timbraschede meccanicamente consistenti, d'autonomia settimanale, di precisione, perfezionati da caratteristiche tecnico-aziendali adatti alle paghe. Non mancano stile e gusto d'abbellimento italiano, la praticità, l'automatizzazione, ma soprattutto l'esattezza, allo scopo di documentare perfetti riferimenti assicurativi ai dipendenti lavoratori. Oggi, l'avvento dell'elettronica ha risolto il problema della superprecisione garantito con l'oscillatore quarzo d'alta frequenza.
Questa nuova tecnologia è affiancata da componenti miniaturizzati e microprocessori che riducono questi orologi segnatempo sino a ieri ingombranti, a dei compatti apparecchi dalle ridottissime misure e dal gusto latino. Essi sono garantiti perfetti, sicuri, autoprogrammati nelle funzioni e dotati per lunghi periodi di autonomia, corredati da display luminosi d'informazione tempo-ora, per l'inserimento in qualsiasi ambiente. Questi strumenti segnatempo, che concentrano tutta l'esperienza d'operativitá, vengono prodotti dove l'elettronica è all'avanguardia.


Una famosa Ditta di Tokio, conosciuta in tutto il mondo, propone attualmente una serie di timbraschede intelligenti a sistema ottico di riconoscimento dei cartellini adoperati. Questi, unici al mondo, memorizzano tutte le operazioni e non accettano timbrature sovrapposte, sia casuali che intenzionali. Detta tecnologia, altamente sofisticata, permette di collegarsi ai normali PC, oppure per conteggiare sulle stesse cartoline di presenza le ore lavorative normali o extra. I Prezzi di mercato di questi intelligenti segnatempo sono concorrenziali, adatti ad ogni azienda, anche come scorta d'uso.
Parlando di segnatempo, ricordiamo anche i terminali o apparecchiature hardware, che a distanza o in prossimità, attraverso segnali elettronici, colloquiano direttamente dentro i programmi software studiati per tali compiti nei computer e conosciuti come sistemi. L'ultima generazione di terminali hardware è il trasponder il cui segnale non viene per strisciamento magnetico, ma viene riconosciuto e trasmesso senza contatto fisico del tesserino badge o altro, perché la tecnologia RFID ( segnale radio trasmesso), funzione simile al telepass autostradale ove i documenti non si logorano mai.